Il vino e la grappa
Il vino tipico di Oliena è il rinomato Nepente, vino dagli intensi aromi e dal gusto deciso, già conosciuto in tempi passati e descritto dai numerosi visitatori illustri recatisi in paese, nei secoli passati. Questo vino è ottenuto dalla spremitura di uve di tipo Cannonau,un vitigno di sicura origine spagnola, che rappresentano il 70% della produzione di uva della provincia di Nuoro ed il 24% in ambito regionale. La storia del vino di Oliena ci riporta indietro alla seconda metà del 1600 quando, per primi i frati Gesuiti, avviarono la produzione di questo speciale vino, ottenuto con delle tecniche vinicole all'avanguardia per il secolo XVII, per il loro prodotto i frati potevano contare in 80.000 ceppi di Cannonau.
Oliena oggi conta la presenza di diverse cantine produttrici, una sociale e alcune private che continuano la tradizione, forti di un prodotto unico ed inimitabile dal marchio D.O.C..
Gabriele D'Annunzio, elogio del vino di Oliena
«...Non conoscete il nepente d'Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall'ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scalpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo. Io non lo conosco se non all'odore; e l'odore, indicibile, bastò a inebriarmi.
Eravamo clerici vagantes per un selvatico maggio di Sardegna, io Edoardo Scarfoglio e Cesare Pascarella, or è gran tempo, quando giungemmo nella patria del rimatore Raimondo Congiu1 piena di pastori e di tessitrici, ricca d'olio e di miele, ospitale tra i Sepolcri dei Giganti e le Case delle Fate. Subito i maggiorenti del popolo ci vennero incontro su la via come a ospiti ignoti; e ciascuno volle farci gli onori della sua soglia, a gara.
Ah, mio sitibondo Hans Barth, come le vostre nari sagaci avrebbero palpitato allorché il rosso nepente sgorgò dal vetro con quel gorgòglio che suol trarvi dal gorgozzule quei «certi amorevoli scrocchi» di cui parla il nostro Firenzuola! Avete nel cuore qualcuna di quelle Odi purpuree di Hafiz che cantano il vino e la rosa? Ci parve che l'anima stessa dell'Anacreonte persiano emanasse dalla tazza colma, col colore del fuoco e con l'odore d'un profondo roseto. Certo, chi beve quel vino non ha bisogno d'inghirlandarsi.
Il poeta epico di Villa Gloria, che allora col Morto de Campagna e con la Serenata era entrato nell'arte giovanissimo maestro per la porta della perfezione, non ebbe cuore di respingere un dono di ospitalità così fatto. E io ebro già dell'odore, lo pregavo di bere per me; e simile lo pregava il nostro compagno. Cosicché per ogni dimora egli ritualmente votava tre tazze. E di tre in tre compose nel suo cuore le terzine di molti mirabili sonetti, che non conosceremo giammai.
Ora accadde che nell'ultima casa, affacciata sopra un uliveto piú bello e piú santo di quelli che ombrano la via di Delfo, domandando l'ospite a ciascuno di noi notizie del nostro paese natale, io fossi da lui riconosciuto come figlio del signore che un giorno nel lontano Abruzzo per singolari vicende l'aveva accolto secondo l'antico nostro costume liberale. Commosso dal ricordo sino alle lacrime se bene avesse un occhio solo, egli si profuse in carezze verso me i suoi compagni con tanto calore ch'io mi sentii perduto. Ma il Pasca votò anche una volta tre e tre coppe. E io m'ebbi in dono una pelle di cinghiale, un lungo fucile damaschiano d'argento e un caratello. Quando uscimmo per raggiungere la nostra vettura, il generosissimo sostituto era già trasfigurato in prisco Quirite e voleva lasciar su la via le vili brache polverose per vestire a guisa di toga illustre il cuoio irsuto. Gli persuademmo ch'egli fosse già togato. E allora meravigliosamente sragionando, come s'egli avesse consuetudine della lunga veste, faceva l'atto di raccogliere al petto le pieghe della destra parte e di comporre sul braccio sinistro quella specie di tracolla che dicevasi in Roma il seno della toga. E in quel seno immaginario, pieno d'una inesausta eloquenza, fu di certo concepita primamente la Storia romana. Esso poi e il Quirite si riempirono d'un letargo che durò due giorni. Ma in tutto (udite, o luterano ligio alle regole papali!) la sbornia d'Oliena fu quadriduana. «lam foetet» dice Marta a Gesù, come vien tolta la pietra sopra a Lazaro giacente da quattro dì. Ma il Pasca dopo quattro dì auliva come il roseto di Hafiz. «Adhuc bene olet». Andate dunque da Monterosso di Mare a Oliena d'Oltremare valicando il Tirreno sino al golfo di Orosei, magari in velivolo, o stirpe di Otto Lilienthal. Son certo che là e la méta sublime delle vostre peregrinazioni eloquenti; là è l'estasi e il silenzio, in una Casa di fata o in un Sepolcro di gigante. E il ricordo di tutte le taverne laudate, dalla Verona della Luna alla Capri di Hermann Moll, sarà vanito. E, preludendo e interludendo su le canne della launedda paesana, voi canterete i versetti del salmo supremo, a imitazione di Minutchehr.
«A te consacro, vino insulare, il Mio corpo e il mio spirito ultimamente».
«Il Sire Iddio ti dona a me, perché i piaceri del mio spirito e del mio corpo sieno inimitabili.»
«Possa tu senza tregua fluire dal quarteruolo alla coppa e dalla coppa al gorgozzule».
«Possa io fino all'ultimo respiro rallegrarmi dell'odor tuo, e del tuo colore avere il mio naso per sempre vermiglio».
«E, come il mio spirito abbandoni il mio corpo, in copia di te sia lavata la mia spoglia, e di pampani avvolta, e colcata in terra a pié d'una vite grave di grappoli; che miglior sede non v'ha per attendere il Giorno del Giudizio».
Ad multos annos, ilare amico, finché non abbiate voi bevuto almeno tanto vin nero quanto d'acqua torba reca il Cedrino in piena di maggio per la terra ospite!
Marina di Pisa, ottobre 1909
Gabriele D'Annunzio, dalla Prefazione al poemetto «Le Osterie» di Hans Barth
Grappa
L´uva Cannonau di Oliena non è solamente padre di grandi vini aristocratici e inimitabili, ma anche di grappe straordinariamente caratterizzate dai profumi del vitigno di provenienza, dal suo territori: aspro e soleggiato, dalla sua stessa sardità, nella Barbagia di Nuoro. La grappa di Cannonau ´Nepente´ di Oliena nasce da vinacce di uve mature, sane, ancora umide, e da una straordinaria cura nelle fasi della distillazione tradizionale. Limpidissima, questa grappa si caratterizza per il suo aroma intenso, persistente, equilibrato. Il gusto piacevolmente morbido e armonico le conferisce una sapiente raffinatezza.
Data di ultima modifica: 09/02/2017