Itinerari archeologici
Età nuragica.
L'età nuragica nel territorio della Comunità Montana del nuorese non è rappresentata da rilevanti emergenze monumentali, in quanto si esprime meglio con i numerosi nuraghi monotorri, diffusi su buona parte del territorio, che forniscono dati riguardo alla frequentazione e distribuzione in tale epoca. Interessante notare come spesso i monumenti del Nuorese ben si adeguano alla natura varia del luogo, sfruttando rocce naturali, soprattutto in costruzioni dislocate in punti strategici di osservazione.
Un esempio di questo adattamento è dato dal nuraghe Dovilineò (Orgosolo) di tipo misto a corridoio, la cui torre centrale si addossa alla roccia granitica locale così da seguirne l'andamento, risultando di pianta molto irregolare. Uno degli esempi più esplicativi di aggregazione urbana di età nuragica è dato dal grosso complesso di Serra Orrios (Dorgali), nel quale oltre ad una settantina circa di capanne circolari, con copertura a cono, come si può osservare ancora oggi nei «Pinnetos» dei pastori, variamente disposte e incentrate in cortili con pozzo, sono presenti due tempietti a megaron. Il più grande è racchiuso da un recinto irregolare e serviva per il culto religioso degli abitanti del villaggio essendo localizzato nelle sue immediate vicinanze. L'altro tempietto, poco più distante, è racchiuso da un grande cerchio ellittico in muratura con due ingressi, uno dei quali a tenaglia. Si suppone che questo fosse un luogo di culto extraurbano. Associate ai nuraghi sono le sepolture collettive cosiddette «tombe di giganti», costituite da una esedra semicircolare nella parte anteriore e da una cella funeraria rettangolare allungata nella parte posteriore. In tale schema si vuole riconoscere la raffigurazione simbolica della testa taurina, rappresentazione della divinità protettrice dei morti, simbolo di forza e fecondità. Anche le tombe di giganti presentano una loro evoluzione cronologico-architettonica. Infatti nelle più antiche lo schema è simile a quello della tomba di giganti di Thomes (Dorgali) inquadrata nel Bronzo Medio.
La fronte è costituita da lastre piantate verticalmente, che affiancano la stele centrale, centinata. Alla base si apre il portello d'ingresso, un breve corridoio conduce alla cella funeraria. A tempi successivi, età del Bronzo Recente, è da ascrivere la tomba di giganti di Biristeddi (Dorgali) con cella funeraria costruita con blocchi a filari aggettanti e con la parte terminale absidata. L'area frontale semicircolare è delimitata da un sedile-banchina. L'esedra presenta una «stele a dentelli». Nel settore «nuragico» rivestono grande importanza anche le fonti
di uso pratico e i pozzi sacri legati al sentimento religioso. La fonte di S'Ulumu (Dorgali) presenta una celletta circolare con un breve vestibilo esterno, costruita a filari orizzontali ed ha una copertura a tholos. Proprio a causa del suo aspetto architettonico-strutturale di forma semplice, aveva un carattere essenzialmente funzionale di rifornimento idrico per il villaggio vicino. Appartiene alla classe monumentale dei pozzi sacri il particolarissimo esempio di Su Tempiesu (Orune), situato al di sopra della valle dell'Isalle attraverso la quale si poteva raggiungere la costa Orientale.
L'acqua sorgiva del pozzo principale, veniva incanalata e raccolta in un secondo pozzetto che riproduce in miniatura la forma di quello maggiore, e nel quale sono stati rinvenuti numerosi oggetti bronzei votivi.
Il rinvenimento di ripostigli, bronzetti, pani di rame e altri oggetti, sparsi in tutti i Comuni, attesta sia una struttura ben definita per classi sociali, sia una attività artigianale ed economica, confermata anche dalle officine di attività fusoria. Documentazione di questa attività è il complesso nuragico di «Sa Sedda 'e Sos Carros» (Oliena) composto da capanne di forma circolare che gravitano intorno ad un cortile centrale di forma ellittica. Questo cortile doveva essere adibito ad officina per la lavorazione dei metalli (se si accetta la tesi che Carros era una officina fusoria), ma potrebbe anche essere un villaggio molto ampio con annessa una officina per la lavorazione del bronzo.
Il rinvenimento di un frammento di coppa orientalizzante della prima metà dell'VIII sec. a.C. testimonia quelli che dovevano essere i rapporti commerciali tra l'Oriente, il Mediterraneo e la civiltà Nuragica.
Testo di Giovanna Salis
Data di ultima modifica: 09/02/2017